Il dolore nel cervello del neonato presenta dimorfismo sessuale

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 02 giugno 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Nell’encefalo adulto sono state rilevate differenze fra uomini e donne, sia nella morfologia dei fasci assonici di connessione sia nella connettività funzionale, specificamente per le regioni implicate nell’elaborazione dell’esperienza algica. Tale dimorfismo sessuale, evidente in termini strutturali e nelle differenti regioni attive durante lo stesso tipo di elaborazione, si ritiene possa, almeno in parte, spiegare le note e verificate differenze che esistono fra maschi e femmine della nostra specie nella sensibilità al dolore, nella tolleranza, nel controllo inibitorio e nello sviluppo del dolore cronico[1]. Il modo in cui si sviluppino tali differenze non è noto, pertanto è lecito considerare due possibilità alternative: 1) le peculiarità legate al genere hanno origine in un processo progressivo di differenziazione dimorfica che abbia il suo periodo topico nella maturazione puberale e post-puberale guidata dai segnali ormonali; 2) le differenze di genere si spiegano sulla base dell’esistenza di una traccia genetica, già espressa alla nascita, di tutte le differenze che si rilevano nel nostro cervello in età matura.

Verriotis e colleghi hanno affrontato questo problema mediante uno studio elettrofisiologico che ha prodotto risultati di sicuro interesse.

(Verriotis M., et al. The distribution of pain activity across the human neonatal brain is sex dependent. Neuroimage 11: 146 - Epub ahead of print doi: 10.1016/j.neuroimage.2018.05.030, 2018).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neuroscience, Physiology and Pharmacology, University College London, London (Regno Unito); Elizabeth Garrett Anderson Obstetric Wing, University College London, London (Regno Unito).

L’attività corticale in risposta a stimoli dolorosi può essere studiata nel cervello dei neonati, ma questa attività nocicettiva continua a svilupparsi nel periodo post-natale ed è qualitativamente differente da quella degli adulti; in parte, ciò è dovuto al considerevole processo di maturazione che si verifica in questo periodo. Lo studio di Verriotis e colleghi è stato concepito al fine di indagare gli effetti del sesso e della prematurità sulle dimensioni e sul pattern di distribuzione spaziale del potenziale associato ad eventi nocicettivi di lunga latenza (nERP, da nociceptive event-related potential) impiegando l’elettroencefalografia (EEG).

I ricercatori hanno misurato la risposta corticale TL (time-locked) a un prelievo ematico dal tallone clinicamente richiesto in 81 neonati venuti alla luce tra 29 e 42 settimane di età gestazionale (età postnatale mediana: 4 giorni). La procedura, per quanto di breve durata e realizzata in una forma adeguata a ridurre l’impatto dell’azione dell’ago sui nocicettori, genera una risposta protopatica notevole per la densa innervazione sensitiva di tutta la regione della pianta del piede del neonato. I risultati mostrano che il doloroso prelievo dal tallone determina una risposta nERP spazialmente diffusa nella maggioranza dei neonati.

Un aspetto di grande rilievo è che un pattern ampiamente diffuso si registra nelle neonate con una probabilità significativamente maggiore rispetto a quella del riscontro nei maschi, indipendentemente dall’età gestazionale alla nascita. Questo effetto non si osserva per le onde somatosensoriali di breve latenza negli stessi neonati; pertanto, si caratterizza come specifico e selettivo per la componente nocicettiva della risposta.

Questi risultati supportano la presenza già alla nascita della maggiore connettività funzionale rilevata nel cervello delle donne adulte, e indicano l’esistenza già nel primo periodo della vita di differenze di genere legate all’elaborazione del dolore. In altri termini, gli esiti di questa sperimentazione depongono a favore della seconda delle due possibilità qui indicate introducendo lo studio, ossia di una forte determinazione genetica delle differenze.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-02 giugno 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

_____________________________________________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 

 

 

 

 

 

 



[1] È opportuno ricordare che il dolore cronico rappresenta un processo del tutto diverso rispetto a quello acuto, si veda nella sezione IN CORSO del sito: Giuseppe Perrella, Dolore cronico e danno neurodegenerativo. BM&L-Italia, Firenze 2010.